Ad Ancona la scuola del futuro, arriva l’aula 3.0

Dallo scorso Novembre i ragazzi dell’Istituto Savoia Benincasa di Ancona studiano all’interno di un’aula 3.0. Si tratta di un ambiente polifunzionale che coniuga la tecnologia con la didattica: gli arredi e le postazioni mobili offrono la possibilità ai ragazzi di suddividersi per lavorare con i loro tablet interconnessi davanti alle lavagne elettroniche.

Il 3.0, rispetto al 2.0 che si concentra sulla tecnologia, fa un passo avanti per favorire l’apprendimento attivo negli studenti attraverso la ricerca e il confronto dei gruppi che si confrontano tra loro.
Alessandra Rucci, preside dell’istituto, ha affermato che “la rivoluzione tecnologica deve essere accompagnata da un’attenta evoluzione degli spazi e degli arredi per far sì che i ragazzi utilizzino a pieno tutte le potenzialità offerte dai nuovi strumenti”.

Ad oggi in Italia il modello di apprendimento è quello della lezione frontale, mentre il modello che ha ispirato la scuola di Ancona è ispirato al costruttismo sociale che si basa su uno spazio policentrico in cui la cattedra non esiste più.
La nuova 3.0 è stata ricavata smantellando il vecchio  laboratorio di informatica. L’intero progetto è costato 20 mila euro che sono stati finanziati da famiglie e privati.

La preside ha affermato: “Con la nostra idea abbiamo suscitato l’attenzione dei genitori, entusiasti sin dall’inizio, e delle imprese del territorio – aggiunge Rucci – In particolare, allo sviluppo del progetto hanno collaborato due ex alunni della nostra scuola: l’architetto Roberto Giacumucci che ha progettato l’aula con arredi e allestimenti in cartone e Riccardo Marchetti che si è occupato dell’illuminazione con i Led a basso consumo. Sì, perchè le nostre parole chiave erano e restano tecnologia e sostenibilità ambientale”.

Da anni questa scuola ha scelto di guardare avanti: ogni alunno ha il suo tablet e in ogni classe ci sono wireless e videoproiettore.
Anche appunti e dispense sono 3.0: niente fogli volanti o fotocopie ma documenti virtuali che restano a disposizione di tutti sul cloud.

Fonte | corriere.it

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