Bambini vegetariani, i consigli per un’alimentazione corretta a partire dalla gravidanza

Il vegetarianismo in Italia è un fenomeno in grande crescita. Ci sono diverse modalità per alimentarsi in modo vegetariano ma oggi vi vogliamo parlare di un argomento correlato: cercheremo di capire quale può essere l’impatto nutrizionale su bambini e adolescenti nel caso in cui si scelga la dieta vegetariana.

Diete vegetariane molto restrittive o improvvisate, soprattutto nei bambini, espongono al rischio di carenze importanti: dal ferro al calcio fino ad arrivare alle importanti vitamine del gruppo B.

Però, un’alimentazione vegetariana ben bilancita non porta affatto a questi rischi, anzi: alcuni studi hanno dimostrato che c’è perfino un migliore accrescimento e un minor numero di anemie da carenzadi ferro nei bimbi che seguono queste diete. I bambini vegetariani, seguendo un’alimentazione più attenta rispetto ai loro coetanei onnivori, sono molto meno sottoposti al rischio di obesità.

Se invece siete in gravidanza e siete vegetariane, ecco il parere del Pediatra Massimo Agosti, di Fondazione Veronesi, a riguardo:

“L’idea che una donna in gravidanza debba assumere proteine animali in grande quantità è superata, è il residuato di un passato post bellico in cui c’era poco da mangiare per tutti e si riservavano i cibi più “preziosi”, come la carne appunto, a bambini e donne in attesa. In realtà la futura mamma deve assumere almeno 2.000 kcal al giorno, con una quota adeguata di carboidrati, proteine e grassi. Questo è  un principio che vale per tutti, ma in particolar modo per chi, attraverso la placenta, ha il compito prezioso di nutrire un nascituro con i macronutrienti (grassi, proteine, carboidrati) e micronutrienti (vitamine e minerali) necessari. In questo percorso la carne non  è indispensabile, e non lo è nemmeno per lo svezzamento del bambino”.

E prosegue:

“Spesso si teme che senza la carne la dieta di un bambino sia troppo povera di proteine, nutrienti indispensabili per lo sviluppo di un individuo che sta crescendo, che però il nostro organismo non sa sintetizzare e deve perciò ricevere dall’esterno, cioè dagli alimenti. Bisogna però ricordare che l’uomo non è per sua natura carnivoro, non a caso i suoi cuccioli nascono edentuli, ossia senza denti. E in un’ottica comparativa anche il fabbisogno proteico è limitato: rispetto ad altri animali, il bambino ha uno sviluppo motorio molto lento, sta seduto verso i 6-8 mesi, cammina fra i 10 e i 18 mesi. Non a caso il latte materno umano è uno di quelli che contiene meno proteine, e per i bambini il latte vaccino (molto più proteico) è consigliato dopo i 12 mesi”.

Per finire, è importante ricordare che durante lo svezzamento non ci sono regole ferree da seguire. L’importante è capire cosa sia meglio per il proprio bambino, sempre aiutati da un bravo pediatra che va a ragionare su un piano di svezzamento personalizzato.

Fonte | alimentazionebambini.e-coop.it ; fondazioneveronesi.it

Photo | spaziomamma.com

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